Sempre nel progetto Film ab! del Goethe Institut, si trova la seconda unità didattica costruita sulla base di una pubblicità.
Questa volta è una pubblicità della Lufthansa che gioca sui clichés più diffusi sui tedeschi: la puntualità, l’organizzazione, il senso del dovere, la mancanza di senso dell’umore, l’ossessione di dover sempre essere i migliori.
Diese Deutschen è uno spot pubblicitario realizzato dall’agenzia Kolle Rebbe di Amburgo per la regia di Martin Werner.
L’unità è adatta a una classe di livello A1 e A2 e dura 60 minuti circa.
Gli obiettivi e i contenuti sono: la comprensione del video, il confronto sui clichés legati ai tedeschi e al paese d’origine degli allievi, le industrie e i prodotti tedeschi più noti, la costruzione di una storia sulla base di fotografie, il Tagesablauf del protagonista del video al Perfekt.
Vero è che la pubblicità inganna, trasmette valori negativi, invade le nostre vite e spinge a un consumo ingiustificabile. A volte è però proprio ben fatta, è divertente, e offre ottimo materiale per le lezioni.
Il Goethe Institut, con il progetto Film ab!, mette a disposizione degli insegnati di Tedesco lezioni strutturate, con esercizi e attività da fare in classe, costruite su video pubblicitari.
Tschüss Autobahn è una pubblicità della Deutsche Bahn, realizzata dalla Ogilvy & Mather, una delle più note agenzie pubblicitarie del mondo. La regia è di Martin Schmid.
L’unità è adatta a una classe di livello A2 e dura 60 minuti circa.
Gli obiettivi sono: la comprensione delle immagini, di quanto dice il protagonista e del messaggio pubblicitario vero e proprio; il vocabolario legato al verbo fahren; la formulazione di frasi interrogative; l’uso di aggettivi come voll, laut, schmutzig, unangenehm, aggressiv, müde, etc.
Un’altra canzone degli AnnenMayKantereit (trovate la prima qui ) che mi piace molto e vorrei dedicare, quasi fossi un dj, alle care ragazze, alle mie studentesse.
Il testo è perfetto per un’unità didattica. Già dal titolo: “Non (il) nulla senza di te, ma meno, molto meno per me” promette bene. Ohne e für, sono tra le prime preposizioni che s’incontrano quando s’inizia a studiare la lingua tedesca. Dich e mich, sono i pronomi personali all’accusativo, me e te.
In “Nicht nichts” il tema è la fine di un amore.
Alle care ragazze vorrei ricordare che ogni cosa finisce, anche la scuola (!) e che questa consapevolezza ci serve a vivere il presente con tutti i sensi aperti, l’energia di cui disponiamo e la voglia di non perderci nulla del luogo in cui siamo e delle persone che lo dividono con noi.
Kopf hoch! e grazie delle belle lezioni che abbiamo fatto insieme.
Ecco il testo:
Ich lieg(e) seit Tagen in meinem Bett
Und habe nichts zu tun.
Und nach dem Aufsteh’n fang ich an mich auszuruhen
Und ich überlege oft, ob ich dir schreibe
Und ärger(e) mich, weil ich immer liegen bleibe.
Jetzt fehlt mir so viel, was mir wegen dir gefiel.
Ich schrei zuhause gegen die Wand und draußen stumm in mich hinein.
Und manchmal denke ich,
Und manchmal denke ich,
Ich müsste wieder mit dir zusammen sein.
Nicht nichts, ohne dich.
Aber weniger, viel weniger für mich.
Nicht nichts, ohne dich.
Aber weniger, viel weniger für mich.
Und dann höre ich mir die Kommentare meiner Freunde an,
weil ja jeder was dazu sagen kann.
Aber eigentlich, will ich das alles gar nicht hören,
weil mich diese Ratschläge stören.
Jetzt fehlt mir so viel, was mir wegen dir gefiel.
Ich schrei zuhause gegen die Wand und draußen stumm in mich hinein.
Und manchmal denke ich,
Und manchmal denke ich,
Ich müsste wieder mit dir zusammen sein.
Nicht nichts, ohne dich.
Aber weniger, viel weniger für mich.
Nicht nichts, ohne dich.
Aber weniger, viel weniger für mich.
Und da liege ich wieder in meinem Bett und hab’ nichts zu tun
Und du schreibst mir, dass du nichts mehr von mir hör(e)n willst
Und dann denk(e) ich, ich hab(e) dir nie alles gesagt,
Aber immerhin nicht nichts
Il modo di cantare di Henning May ricorda a me, e non solo a me, Rio Reiser, der König von Deutschland, il cantante pop e poeta, che conquistò un paio di generazioni prima della vostra.
AnnenMayKantereit è un gruppo musicale di Colonia, composto da Christopher Annen, Henning May e Severin Kantereit, ha iniziato a fare musica per strada, si è finanziato con il crowfunding e ora tiene regolarmente concerti in giro per la Germania. Sono ventenni e fanno musica pop, cantano in inglese e in tedesco dell’amore, dell’amicizia e di ciò che si perde e si trova nella vita.
Passionali, sicuramente.
Severin Kantereit suona la batteria, Christopher Annen la chitarra e l’armonica a bocca e Henning May canta e suona il pianoforte.
21, 23, 24 è una canzone su cui si può costruire un’unità didattica per una classe di livello A1, il ritmo è sostenuto, le parole sono ben scandite.
Il testo non è allegro: è una critica a chi, ventenne, si lascia vivere, galleggia, senza mai scegliere. Potrebbe servire ad animare una discussione in classe.
In genere propongo una nuova canzone in classe in questo modo: stampo 4 o 5 copie del testo di cui ritaglio le strofe, divido la classe in gruppi e ognuno di questi riceve una copia completa del testo, ma in tante strisce separate. Faccio ascoltare una volta la canzone, senza mostrare il video, e poi chiedo di ricostruire il testo. Quando tutti i gruppi hanno finito, faccio riascoltare la canzone e ogni gruppo controlla se ha ricostruito il testo in modo corretto. In base al livello della classe, posso chiedere di ricostruire il testo prima di ascoltare la canzone.
Poi chiedo a tutti di cosa tratta e di motivare l’interpretazione citando le parole chiave.
Un’altra possibilità è: consegno a ogni membro della classe una strofa. Gliela faccio leggere più volte ad alta voce, magari chiedendogli di recitarla in modo triste (traurig) o arrabbiato (wütend) ecc. Dopo chiedo a 4-5 alunni alla volta di alzarsi e di camminare, di fermarsi davanti a uno dei compagni e di leggergli la strofa con l’intonazione che preferisce. Poi faccio ascoltare una o due volte la canzone, alla terza sospendo la riproduzione e chiedo agli studenti che ce l’hanno di ripetere l’ultima o di anticipare la strofa successiva, tutti insieme in coro. Magari cantando.
Ogni gruppo di studenti può essere una squadra vera e propria e vincere o perdere, in base al punteggio raggiunto ad es. per la migliore ricostruzione, la migliore interpretazione o la migliore comprensione ed individuazione di parole chiave.
Solo alla fine chiedo alla classe di tradurre e intervengo se necessario.
Ecco il testo:
Und du wirst 21, 22, 23
Und du kannst doch gar nicht wissen, was du willst.
Und du wirst 24, 25, 26,
Und du tanzt nicht, mehr wie früher.
Und du und deine Freunde,
Ihr seid alle am studieren,
Und ihr wartet drauf,
das irgendwas passiert.
Hast du überhaupt ‘ne Ahnung,
wo du gerade stehst?
Du verschwendest deine Jugend,
zwischen Kneipen und WG’s!
Und du wirst 21, 22, 23
Und du kannst doch gar nicht wissen, was du willst.
Und du wirst 24, 25, 26,
Und du tanzt nicht, mehr wie früher.
Und manchmal wirst du melancholisch,
Im Straßenlaternenlicht.
Am Wochenende gehst du feiern,
und machst dich natürlich dicht.
Und du hälst deine Träume,
absichtlich klein!
Um am Ende nicht enttäuscht zu sein.
Und du wirst 21, 22, 23
Und du kannst noch gar nicht wissen, was du willst
Und du wirst 24, 25, 26
Und du tanzt nicht mehr wie früher
Und du sagst immer, das liegt alles nicht an dir
Und bestellst dir noch ein Bier
Und wenn ich dich dann frage, was du werden willst
Dann sagst du immer nur “Ich weiß nicht. Hauptsache nicht Mitte 30”
Hauptsache nicht Mitte 30
Und du wirst 21, 22, 23
Und du kannst noch gar nicht wissen, was du willst
Und du wirst 24, 25, 26
Und du tanzt nicht mehr wie früher
Per il livello A 1.1 e A 1.2 sono carini i due giochi della Ludothek
Il primo è Memolingua : per accedervi, bisogna selezionare Deutsch, fare clic sulla freccia a destra e poi scegliere un tema: Essen und Trinken, Reise und Verkehr, Haus und Möbel, Die Küche, Das Bad, Kleidung und Accessoires. Il fine del gioco è accoppiare immagini e parole, è un memory.
Il secondo gioco è Artikelschießen : si fa il tiro al bersaglio! Si preme il tasto Start, si sposta il mirino con le frecce della tastiera e si spara premendo la barra spaziatrice. Bisogna indovinare l’articolo e quindi il genere del nome degli oggetti che scorrono sullo schermo. S’inizia con DER (evidenziato in blu) e si devono centrare i nomi maschili, poi si passa ai femminili (DIE) e infine bisogna centrare i neutri (DAS). Premendo il tasto zur Übersicht si apre una finestra con tutti i nomi divisi per genere, accoppiati a un’immagine.
È possibile, dico lo giuro.
I cantanti pop tedeschi e i loro produttori si danno molto da fare per rendere accessibile la deutsche Sprache, (schwere Sprache) anche a chi ne è terrorizzato.
Propongono video costruiti intorno al testo tedesco scritto. Eccone un esempio.
“Lieder” di Adel Tawil, musicista tedesco di Berlino.
A me piace, rimane in testa ed è piena di citazioni di canzoni (Lieder vuol dire proprio questo: canzoni) e di gruppi musicali noti, da “Like a Rolling Stone” di Bob Dylan (“wie ein rollender Stein”) a “Come as you are” dei Nirvana (“Kurt Cobain sagte mir, ich soll kommen wie ich bin”) fino alla mia citazione preferita di König von Deutschland di Rio Reiser …
Erlkönig è una ballata che Johann Wolfgang von Goethe scrisse nel 1782, ispirato dalla traduzione di Johann Gottfried Herder dell’originale danese Hr. Oluf han rider.
Sul sito Wunderkammern, credo a firma di Eleonora Matarrese, si trova un breve saggio, molto interessante, sull’Erlkönig, archetipo del folklore europeo.
Wer reitet so spät durch Nacht und Wind?
Es ist der Vater mit seinem Kind;
Er hat den Knaben wohl in dem Arm,
Er faßt ihn sicher, er hält ihn warm.
“Mein Sohn, was birgst du so bang dein Gesicht?” —
“Siehst, Vater, du den Erlkönig nicht?
Den Erlenkönig mit Kron und Schweif?” —
“Mein Sohn, es ist ein Nebelstreif.”
“Du liebes Kind, komm, geh mit mir!
Gar schöne Spiele spiel’ ich mit dir;
Manch’ bunte Blumen sind an dem Strand,
Meine Mutter hat manch gülden Gewand.” —
“Mein Vater, mein Vater, und hörest du nicht,
Was Erlenkönig mir leise verspricht?” —
“Sei ruhig, bleibe ruhig, mein Kind;
In dürren Blättern säuselt der Wind.” —
“Willst, feiner Knabe, du mit mir gehen?
Meine Töchter sollen dich warten schön;
Meine Töchter führen den nächtlichen Reihn,
Und wiegen und tanzen und singen dich ein.” —
“Mein Vater, mein Vater, und siehst du nicht dort
Erlkönigs Töchter am düstern Ort?” —
“Mein Sohn, mein Sohn, ich seh es genau:
Es scheinen die alten Weiden so grau. —”
“Ich liebe dich, mich reizt deine schöne Gestalt;
Und bist du nicht willig, so brauch ich Gewalt.” —
“Mein Vater, mein Vater, jetzt faßt er mich an!
Erlkönig hat mir ein Leids getan!” —
Dem Vater grauset’s, er reitet geschwind,
Er hält in Armen das ächzende Kind,
Erreicht den Hof mit Müh’ und Not;
In seinen Armen das Kind war tot.
Franz Schubert musicò la ballata nel 1815. Erlkönig è uno dei Lieder più famosi del musicista viennese, qui nell’interpretazione di Thomas Quasthoff e Charles Spencer
Non finisce qui ovviamente. L’Erlkönig continua a essere fonte d’ispirazione anche per artisti contemporanei, tra i quali il grafico e illustratore Georg Weidenbach
L’istruttoria, qui come film per la televisione (la Norddeutscher Rundfunk) del 1966, per la regia di Peter Schulze-Rohr.
**Attenzione la trasmissione inizia al minuto 3:58 ed è divisa in 11 parti**
Peter Weiss scrisse il dramma utilizzando i verbali del primo dei processi tenuti a Francoforte nei confronti del personale del lager di Auschwitz.
La prima rappresentazione de L’istruttoria fu eseguita contemporaneamente il 19 ottobre 1965 nei teatri di diverse città tedesche.
È un dramma documentario che riporta quanto avvenne nel lager. Non ci sono emozioni, commenti o lacrime, non c’è traccia di enfasi: è una lucida lama di coltello che entra in testa.
Die Darstellung des Leidens.
Il professor Wolfgang Pohl offre in rete un’utile analisi del testo qui
Sull’autore, Ullrich Kasten ha girato un documentario per la serie Deutsche Lebensläufe dell’emittente televisiva Südwestrundfunk (SWR): Peter Weiss – Der Unzugehörige: Leben in Gegensätzen (2005)
La Hessische Rundfunk ha dedicato una pagina web al Frankfurter Auschwitz-Prozess 1963-65: Das Ende des Schweigens
Nella sezione “Prozess”, al capitolo “Das Urteil”, paragrafo “Ein Ankläger erinnert sich”, il procuratore Joachim Klüger ricorda e sostiene che “… der Auschwitz-Prozess sollte zeigen, daß eine Tötungsmaschine aufgebaut wurde”.
“Die Ordnung die hier galt
war uns in ihrer Anlage vertraut
deshalb konnten wir uns auch noch zurechtfinden
in ihrer letzten Konsequenz
in der der Ausbeutende in bisher unbekanntem Grad
seine Herrschaft entwickeln durfte
und der Ausgebeutete
noch sein eigenes Knochenmehl
liefern mußte”